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Proiezione di “OGNI ROVETO È UN DIO CHE ARDE”
scritto, diretto e montato da Giorgiomaria Cornelio e Lucamatteo Rossi, vincitori del Premio Ispec del Festival del Cinema di Locarno
Paese di produzione: Italia
Anno: 2016
Con: Lucamatteo Rossi, Valentina Lauducci, Vincenzo Consalvi, Elisabetta Moriconi
Presentato alla 52esima edizione del Festival di Pesaro, al Congiunzioni Festival 2017 e vincitore del premio speciale Ispec Cinema Locarno 2016 in occasione della 69esima edizione del Festival di Locarno.
Un pellegrino si sveglia nell’adolescenza del mondo e torna a camminare, proponendosi, come in racconto di Borges, di disegnare l’universo. Così incomincia il film concepito come un’agiografia inventata, creazione di una memoria nuova, ma anche testimonianza di quanto oggi è possibile esperire facendo cinema: il luogo di un incontro, di una edificazione continua.
e “NELL’INSONNIA DI AVERE IN SORTE LA LUCE”
scritto, diretto e montato da Giorgiomaria Cornelio e Lucamatteo Rossi, vincitori del Premio Ispec del Festival del Cinema di Locarno
Paese di produzione: Italia e Irlanda
Anno: 2017
Con: Valentina Lauducci, Vincenzo Consalvi, Bianca Battilocchi, Richard Marsh, Pádraig Langsch, Zoe Chiaraluce, Silvio Craia, Padraig O Bradaigh
Mettiamo di essere ancora al principio. Che un mago tracci una fiaba che può essere letta come una geografia di comunanze e migrazioni, un memoriale del viaggio dove l’Ogham (antico alfabeto irlandese, provenienza del cinema, gesto doppio d’incidere linee sulla pietra e sulla pellicola) s’incontra e si confonde con i disegni di Giuditta Chiaraluce e con le stanze pittoriche di Magdalo Mussio e Mariano Prosperi: atlanti, carte cucite, tarocchi che abbiamo sperso nei posti dove abbiamo vissuto per nove mesi. Mettiamo anche che il mago, svegliatosi, abbia con sé oggetti raccolti nella memoria dei gesti con essi compiuti: il sasso e la stella orditi nel disegno del tappeto. Nel segno di queste tre figure abbiamo inventato – per senso dell’andare – un film, girato quasi del tutto in Irlanda e intitolato “Nell’insonnia di avere in sorte la luce”, e poi una mostra (proposta in Italia e al Trinity College di Dublino), come continuo sconfinamento del film stesso.
Film di corrispondenze non solo come vicinanze, ma anche come avvicinamenti, incontri, carteggi, proposte d’etimo: se il cielo è un enorme poema, il Braille, forato nella notte della pellicola, ne è il suo Alfabeto Celeste (bisognerà rifare una buona volta il “Catalogo delle Vocali”, come già aveva indicato Corrado Costa).
Corrispondenze, dicevamo, e quindi rivolgimenti nel gioco liquido delle “Idrologie” (quelle di Villa, di Craia e di Cegna) che manifestano, inventano da capo il mondo, come succede anche in un’audiocassetta di Vincè, arrivata da Vallecascia: specie di cosmogonia suonante. Qui si svela che la piramide di Killiney Hill (due volte capovolta nei resti del monastero di Glendalough) è già stata raccontata da Aby Warburg ne “Il rituale del serpente” ed è forse un altro sogno scalato da Osvaldo Licini o scolpito da Ivo Consalvi.
E così via, d’Iride in fiore, nel viaggio che non finisce, sfinisce mai: “Voyage that never ends”.
Giorgiomaria Cornelio (14 Gennaio 1997) e Lucamatteo Rossi (3 Dicembre 1996) hanno fondato nel 2016 l’Impressum Navegasión. Lo stesso anno hanno presentato il loro primo film “Ogni roveto un dio che arde”, proiettato alle 52esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, al Congiunzioni Film Festival e vincitore del premio speciale ISPEC CINEMA Locarno 2016. Insieme hanno curato l’esibizione “Come tomba di un sasso, come culla di una stella”, ospitata in Italia alla galleria Philosofarte e al Trinity College di Dublino, dove entrambi studiano. Tra le altre collaborazioni si segnalano la performance ”Playtime”e la mostra collettiva “Vibrators”, entrambe curate da Franko B. Giorgio Cornelio è anche scrittore: i suoi interventi sono stati ospitati in riviste e blog come “Artnoise”, “Nazione Indiana”, “Le parole e le cose”, “Il Manifesto”, “Anterem”.