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Installazioni audiovideo

Venerdì 6 agosto

dalle h 20.00 – Sala Vanvitelli_Mole Vanvitelliana

Inaugurazione delle installazioni A/V “Live & Digital Experience”

con le opere dei vincitori della Call for artists “Corpo e nuove tecnologie”:

SANDRINE DEUMIER, DANIELE SPANO’, ELEONORA MANCA, FLAVIA MAZZANTI, URSULA VON CRISTOBAL

in collaborazione con DISTORI HERITAGE (UNIVPM) e STARK

 

Cinque artisti scelti per la loro visionarietà e aderenza al tema della call. Tutte le opere sono audiovideo, una delle opere è silenziosa ma visibile con i visori VR a 360°.

Queste le opere selezionate:

Piccolo Archivio del Sollievo

di Eleonora Manca – 2021

Di quando si è provato a cambiare nuovamente pelle. Di quando, leggendo Lucrezio, si è riscoperto che “il tatto è il senso del corpo intero” e si è andati in cerca di nuova pelle.

Eleonora Manca

Laureatasi con una tesi sulle Avanguardie russe, Eleonora Manca (Lucca, 1978) è un’artista visiva e videoperformer che utilizza vari media (principalmente fotografia, video, videoinstallazioni, installazioni di poesia visiva e libri d’artista) al fine di creare percorsi comunicativi dando origine a una forma ibrida di codice poetico. Il suo lavoro ruota attorno i temi della metamorfosi, della memoria e della memoria del corpo. È stata “artista del mese” per il centro IGAV di Torino (marzo 2015), l’opera video Skia è entrata a far parte dell’Esposizione Permanente dell’IGAV presso la Castiglia di Saluzzo (Cn), Il video Reverse Metamorphosis è stato vincitore de Magmart IX edition, a cura di Enrico Tomaselli, lo stesso video è parte della collezione permanente del Cam-Casoria Contemporary Art Museum, una produzione fotografica è stata acquisita dall’Archivio Italiano dell’autoritratto fotografico (MUSINF di Senigallia, a cura di Carlo Emanuele Bugatti e Giorgio Bonomi), è tra gli artisti di VisualContainer, è nel volume: “Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea” Vol. II (a cura di Giorgio Bonomi) nella sezione “Il corpo come denuncia e scandalo”. Invitata in residenza d’artista a M’arte Montegemoli Arte, VI edizione, nel giugno 2017, cura di Eleonora Raspi, in collaborazione con Accademia Libera Natura e Cultura. Presente negli atti cartacei del convegno FASCinA: “Essere (almeno) due. Donne nel cinema italiano”, Sassari 13-15 ottobre 2016, nel capitolo: “Tessere la memoria: Eleonora Manca, Maria Lai, Ketty La Rocca. Teorie e pratiche artistiche in dialogo” a cura di Elena Marcheschi. Ha partecipato a The Others Art Fair (Torino, 1-4 novembre 2018) con il progetto site-specific “Niente di personale, neanche un diario” (sezione: Expanded Screen). Ha esposto in numerosi festival di videoarte (tra i quali: Videoformes, Invideo, Over the Real, Fuorinorma al Macro di Roma, NodoCCS, MADATAC, Fonlad Digital Art Festival, Berlin International Directors Lounge, FIVA, Asolo Art Film Festival, FIVAC) collettive e personali in Italia e all’estero. Vive e lavora a Torino.

Fino a qui

di Daniele Spanò

suono: Gup Alcaro

performers: Biagio Caravano e Roberta Zanardo

Fino a qui è un progetto nato nel 2014 in occasione del Ring Festival. Il lavoro indaga il rapporto tra il corpo e la superficie intendendo quest’ultima come elemento di separazione tra la vita reale e quella virtuale, tra lo spazio intimo e privato da quello pubblico e collettivo. Attraverso l’uso di videoproiezioni e suoni, l’obiettivo è stato quello di trasformare la facciata del Teatro del Giglio in una superficie luminosa e dinamica, funzionale al racconto. Fino a qui non si limita ad essere un intervento o un’azione incentrata sulla valorizzazione della facciata, bensì un momento di verifica su alcune questioni centrali della ricerca dell’artista quali; la possibilità di trovare nuove funzionalità per l’architettura, il rapporto tra uno spazio intimo (il teatro) e uno spazio pubblico (la piazza), l’identificazione della superficie come elemento di separazione tra interno ed esterno, il rapporto tra corpo e architettura.

Daniele Spanò

Dopo una formazione da scenografo, inizia il lavoro di regista e artista visivo. Tra le creazioni più importanti: Line in the sand al Made in NY Media Art Center (NYC) 2019, Orbis nella città di Yerevan (Armenia) prodotto dall’Ambasciata Italiana in Armenia nel 2019, Pneuma a Spoleto per Palazzo Collicola Arti Visive e inserito nel programma della cinquantottesima edizione del Festival dei Due Mondi, Atto Primo a Piazza del Popolo a Roma nel 2013, Rifrazioni permanenti ,Piazza Colonna 2011 Roma, MiBAC. Nel febbraio 2011 viene selezionato dal celebre regista e artista Takeshi Kitano per rappresentare il fermento artistico della città di Roma per un format televisivo da lui condotto. Dal 2012 al 2015 è consulente artistico per la Fondazione Romaeuropa e curatore di DigitaLife presso gli spazi della Pelanda di Roma. Dal 2014 nasce la collaborazione con Luca Brinchi con il quale realizza contenuti multimediali per numerosi spettacoli come Hamlet di Andrea Baracco, Ritratto di una capitale per la regiadi Fabrizio Arcuri, Ragazzi di Vita Di Massimo Popolizio, Don Giovanni dell’Orchestra di Piazza Vittorio, Freud e Antigone di Federico Tiezzi, Se questo è un uomo di Walter Malosti, Excelsior di Salvo Lombardo. Nel 2016 insieme a Luca Brinchi è autore e regista di Aminta, una coproduzione della Sagra Musicale Malatestiana, Teatro di Roma e Vie Festival. Dal 2016 al 2020 è membro dello staff di direzione artistica e di coordinamento per La Festa di Roma evento culturale del capodanno del comune di Roma. Attualmente è docente di Regia Multimediale presso l’istituto Rufa di Roma.

 

Falling

di Sandrine Deumier

Falling è lo studio di un collasso. Composta da nove scene di «collassologia» create da immaginari della cultura di Internet, quest’opera cerca di interrogare un possibile smantellamento delle pratiche umane di soggezione alla natura e classificazione delle specie attraverso una ricerca di posture eco-femministe. Il progetto si basa sul potere delle anticipazioni utopiche e femministe e sull’idea di cortocircuitare l’immaginario collettivo da internet per sviluppare nuove utopie e inventare immaginazioni sostenibili. Con il sostegno di Casa de Velázquez | Hangar.org | Institut Français Barcellona.

Sandrine Deumier è un’artista multidisciplinare che lavora nel campo della performance, della poesia e della video arte il cui lavoro indaga il tema post-futurista, attraverso lo sviluppo di forme estetiche legate agli immaginari digitali. Con la sua doppia formazione filosofica e artistica, ha costruito uno stile poetico poliedrico incentrato sul tema del cambiamento tecnologico e sul luogo performativo della poesia concepita attraverso le nuove tecnologie. Usando il materiale della parola come immagine e l’immagine come vettore di parole, lavora anche all’incrocio tra video e poesia sonora, considerandoli dispositivi sensibili per esprimere una forma di materiale inconscio. Il processo di scrittura e il materiale mobile dell’immagine funzionano come significati sottostanti di riflusso che si riferiscono alle sue installazioni reali e alle performance audiovisive in collaborazione con i compositori.

EN EL PROFUNDO DE LA PIEL
2021
di Ursula San Cristobal


Nel profondo della pelle è un poema audiovisivo sull’autoerotismo inteso come un’esperienza globale di cura di sé, che va ben oltre i genitali. In un momento in cui il piacere sembra essere stato codificato come bene di consumo da utilizzare e buttare via, l’autoerotismo propone un modo di essere nel mondo basato sulla cura e sul rispetto del proprio corpo, un atteggiamento che possiamo poi estendere alla nostra interazione con tutti i soggetti. Affrontare il proprio piacere implica affrontare tabù, paura, punizione e senso di colpa. Per questo motivo, il pezzo è articolato come un processo che parte dalla paura, per finire gradualmente per riconciliarsi con la propria pelle.

Ursula San Cristobal

è un’artista interdisciplinare e ricercatrice di origine cilena con sede a Barcellona. Il suo lavoro propone un punto di incontro tra musica, arte contemporanea e linguaggio audiovisivo. Si dedica principalmente all’arte dal vivo e alla videoarte low tech, affrontando temi come la violenza di genere, la migrazione, la memoria, l’identità e la soggettività. Il lavoro recente di Ursula è stato selezionato e proiettato in festival come IVAHM 18 e 19 International Video Art House Madrid (Spagna), CineAutopsia 4 e 5: Bogotá Experimental FilmFestival (Colombia), 3° Video arte e animazioneBiennale di Puebla (Messico), Deep Trash Escoria 2018 Cuntemporary (Londra), Festival de DiseñoAudiovisual Experimental de Valdivia (Cile), 31º e 32º Festival Les Instants Vidéo (Francia) ), 8°Camagüey International Video Art Festival (Cuba), Every Woman Biennial Film Festival 2019 (NewYork, USA), Magmart Video Under Vulcano (Italia), BIDEODROMO International Experimental Filmand Video Festival (Bilbao, Spagna), 6° EIVV, International Meeting on Videodance e VideoPerformance (Valencia, Spagna), Mostra Viva Del Meditarrani de Valencia (Spagna), Miami New Media Festival (USA) e Traverse Vidéo (Tolosa, Francia). Úrsula è professore di comunicazione al Tallerde Músics (College of music, Barcelona) e attualmente sta facendo il suo dottorato di ricerca in Storia dell’Arte e Musicologia presso l’Università Autonoma di Barcellona. La sua tesi riguarda il ruolo del suono nella Performance art e nella video arte.

 

Sympoietic Bodies

di Flavia Mazzanti

Sympoietic Bodies è un progetto artistico-filosofico realizzato in forma di un cortometraggio ibrido, che esplora la dissoluzione dei confini tra il corpo umano e il suo ambiente fisico e sociale. La trama mostra uno scorcio della vita di “C”, abitante di una configurazione urbana, e dettagli della sua interazione e percezione all’interno dell’ambiente circostante.Il progetto nasce dall’interesse nel combinare una comprensione filosofica dei nostri corpi e della loro interazione con l’ambiente circostante, con l’esplorazione di nuove possibilità tecnologiche nel contesto dell’arte digitale e dei film sperimentali. “Sympoietic Bodies” mira a spingere e dissolvere i confini sia nella tecnologia cinematografica che in argomenti artistico-filosofici, esplorando la relazione simbiotica tra corpo umano e ambiente sociale e fisico. Il progetto è presentato sotto forma di un cortometraggio, che funge da mezzo narrativo e mostra la continua crescita, transformazione e decadimento di organismi ibridi — e con essi del corpo umano e non. L’uso ibrido di animazioni generate al computer e di riprese digitali ha l’intenzione di fornire prospettive diverse sui nostri corpi e su ciò che ci circonda, creando al contempo un’interazione continua tra un punto di vista antropocentrico e uno post-antropocentrico.Tutto quello che si vede nel film proviene dal mondo fisico ed è stato successivamente elaborato in software di animazione e simulazione. Ognuna delle tecnologie utilizzate (motion capture, nuvola di punti, fotogrammetria, sensore Kinect, fotocamera digitale) è stata scelta con lo scopo di esplorare un diverso punto di vista sui nostri corpi e sul mondo che ci circonda.

Flavia Mazzanti è un’architetto, artista e ricercatrice italo-brasiliana con sede a Vienna, Austria. Si è laureata con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna, dopo aver completato gli studi di Bachelor presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio (CH). La sua tesi di laurea ha ricevuto il Premio Gustav Peichl per il disegno architettonico e il premio Würdigungspreis per il lavoro artistico. La ricerca di Flavia si concentra sulle relazioni (post) antropocentriche e sui sistemi ibridi, spaziando da teorie filosofiche e architettoniche al new media art e cinema sperimentale. Conferenze e mostre in Europa e Nord America.

 

Le opere saranno visibili da venerdì 6 a domenica 8 agosto in orario 18.00 / 22.00

ATTENZIONE: l’ingresso alle mostre è permesso solo con GREENPASS o tampone antigenico o molecolare come da ultime disposizioni ministeriali.

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